Se l’Impressionismo viene definito come la tecnica per cui le vibrazioni luminose del soggetto immerso nell'atmosfera, vengono fissate con istantaneità nei loro aspetti mutevoli e il disegno e il chiaroscuro vengono eliminati per un sensibile non-fmito con effetti plastici allora si può dire che Faraone è senz'altro un’impressionista.
Ma, al contrario, se l’Espressionismo è comunicazione di una realtà’ spirituale che, proietta sull'immagine pittorica, la piega e la deforma in funzione della soggettività dell’Artista(, anche con un'esasperato cromatismo, allora in molte opere di Giuseppe Faraone, è presente la lezione espressionista.
Non è l’individuazione precisa di eventuali ascendenze storiche che qualifica un’artista, ma la capacità di mutarne elementi espressivi e fonderli in un proprio stile e linguaggio.
Com'è il caso di Faraone, che, proprio per la capacità di adeguare il mezzo espressivo ivi comprese le variabili tecniche esecutive (per esempio quella definita dall'Artista come sua pittura di ricerca), alla diversità delle situazioni creative (paesaggio, natura morta, nudi ecc.), utilizza del suo vasto repertorio, di volta in volta gli elementi più adatti, col risultato di opere fortemente caratterizzate, senza venir meno ad una sua coerenza e organicità di forma e di discorso.
L’Impressionismo di Giuseppe Faraone non solo non è ricalco manieristico, è, al contrario, un linguaggio nuovo, riscattato da polemiche e sperimentalismi, perfettamente aderente al suo scopo di coinvolgere positivamente chi ha la fortuna di godersi le sue opere.
(Estratto dalla biografia di Giuseppe Faraone
scritta dallo storico dell'Arte Vitantonio Palmisano)