Manuale pittura ad olio e acquerello

Manuale pittura ad olio

La mia tavolozza di colori si limita ai seguenti colori: La prima fascia è indispensabile, la seconda non è indispensabile ma fa  comodo averla: Con queste materie coloranti è possibile  creare tutti i colori.

MANUALE  PITTURA AD OLIO

Tecnica en plein air
Questo termine francese ("all'aria aperta") indica una delle caratteristiche della pittura impressionista: dipingere all'aperto è fondamentale per riprodurre l'impressione visiva. Per operare in questo modo e ottenere effetti di luminosità, è necessario l'uso di colori complementari e l'abolizione dei grigi. L'attività en plein air si contrappone alla tradizionale pittura da atelier, poiché questa può portare a un ripensamento del soggetto, inficiando la resa dell'immediatezza visiva. L'abitudine di dipingere il paesaggio en plein air, cioè portandolo a finitura direttamente sul luogo, senza interventi in studio, non nasce con l'Impressionismo ma alcuni anni prima, ad opera dei pittori di Barbizon, che operavano nella foresta di Fontainebleau, di Jonckind e di Boudin. Sono tuttavia Monet e Renoir, e poi Pissarro e Sisley, a praticarla regolarmente e a trarne tutte le possibili conseguenze. Nelle sedute all'aperto gli Impressionisti riescono a cogliere i più sottili trapassi di luce e di tono, percepiscono il valore cromatico delle ombre e affinano la loro tecnica basata su tocchi ravvicinati di colore puro, in modo che l'immagine si ricomponga a livello ottico sulla tela, ma senza che vadano perdute l'intensità e la ricchezza cromatica dell'approccio diretto.L’"en plein air" non è una invenzione degli impressionisti: già i paesaggisti della scuola di Barbizon utilizzavano questa tecnica. Tuttavia, ciò che questi pittori realizzavano all’aria aperta era in genere una stesura iniziale, da cui ottenere il motivo sul quale lavorare poi in studio rifinendolo fino alla stadio definitivo. Gli impressionisti, e soprattutto Monet, portarono al limite estremo questa pratica dell’"en plain air" realizzando per intero i loro quadri direttamente sul posto. Questa scelta è dettata dalla volontà di cogliere con immediatezza tutti gli effetti luministici della visione diretta. Una successiva prosecuzione del quadro nello studio avrebbe messo in gioco la memoria che poteva alterare la sensazione immediata di una visione. Gli impressionisti avevano osservato che la luce è estremamente mutevole e che, quindi, anche i colori erano soggetti a continue variazioni. E questa sensazione di mutevolezza è una delle sensazioni piacevoli della visione diretta, che temevano si perdesse con una stesura troppo meditata dell’opera.
Questa non sarà, comunque, una regola universale. Se la maggior parte degli impressionisti sosteneva la necessità di dipingere all'aperto per ricevere l'impressione con le sue infinite sfumature di luce, di colore, di riflessi e di movimento, altri - come Edgar Degas - preferivano dipingere in studio perché in questo modo l'impressione ricevuta dalla realtà, filtrata attraverso il ricordo, sfugge al pericolo della "banale" riproduzione dal vero.
Suggerimento: Come dipingere "en plein air"
(Non mettete tutto in quello che vedete sulla tela)
Non siete obbligati a includere tutto ciò che vedete nel paesaggio che state dipingendo, altrimenti  si potrebbe anche prendere una foto e farla stampare su tela.) Fate una selezione scegliendo i forti elementi che caratterizzano quel particolare paesaggio. Utilizzate il paesaggio che state osservando come un riferimento, esso serve a fornirvi le informazioni di cui avete bisogno per dipingere gli elementi, ma non seguitolo passivamente. Nella composizione non esitate a riorganizzare gli elementi del paesaggio cercando di catturare l'essenza dello stesso. Non dipingere il paesaggio tutto allo stesso livello di dettaglio, meno dettagli sullo sfondo del paesaggio è meno importante, e darà più 'autorità' al primo piano. La differenza del dettaglio contribuisce ad attirare l'occhio dello spettatore e guidarlo dentro il dipinto.
 

LA TECNICA

 Dopo che si è scelto il soggetto da dipingere ,bisogna trovare la posizione adatta  per il cavalletto, è molto importante guardare la posizione della luce, e calcolare il suo percorso ,è preferibile dipingere con il supporto all'ombra ,sarebbe un danno dopo aver iniziato all'ombra trovarsi sotto i raggi del sole , non riuscireste ha controllare le tonalità delle tinte. Quando sarete pronti per l'esecuzione iniziate con le tinte più scure (partendo dalla più scura che voi individuate nel soggetto da dipingere), poi fissate tutte le altre ombre velocemente  su tutto il supporto ,cosi facendo fermate la luce nel vostro dipinto ,e in più dato che i colori scuri asciugano prima che quelli chiari, appena avete finito di stendere le tinte scure il supporto è gia pronto per ricevere le mezze tinte, solo quando avete finite con quest'ultime passate alla stesura delle luci ,ricordatevi della prospettiva del colore per dare profondità al dipinto. Dipingendo un paesaggio si deve curare che l’orizzonte non si trovi in mezzo al quadro ma al terzo o ai due terzi della tela. Quando invece alti alberi sono dipinti o case in primo piano, l’orizzonte si trova in basso. Poiché l’orizzonte si trova sempre ad altezza degli occhi. È importante di non elaborare tutto completamente nel dettaglio. Quando tutti i particolari di un soggetto vengono elaborati nel dettaglio, l’insieme sarà presto monotono.  È meglio dipingere qualche particolare chiaramente e accennare gli altri. Lo spettatore stesso può completare l’immagine e penserà di vedere tutti i particolari.

SUPPORTO
Il mio supporto preferito da dipingere è la tavola di legno , che prima preparo accuratamente con del mordente color legno tipo noce, pino, ecc. Poi ci passo un turapori tipo colla di pesce, ed infine prima di dipingere passo una mano di damar, in modo che la tavoletta risulta appiccicosa al momento dell'uso. Nel dipingere lascio scoperto alcune parti del supporto integrando il fondo con il dipinto, esempio squarcio di luce sotto. Questo supporto si presta molto per una pittura en-plein-air .Vi sono diversi tipi di imprimiture che variano a seconda dei materiali usati ed a seconda dei supporti. I legni usati generalmente per le tavole erano di pioppo (nella scuola italiana con maggiore frequenza) o di quercia (quest'ultimo più usato dai fiamminghi).

Preparazione Supporto di compensato
Chi come me dipinge la tecnica en plein air, può dipingere su tavola , perchè la tavola o compensato è ottimo per le piccole dimensioni , ma tende ad rimbarcarsi oltre le misure 60 x 80 se non è adeguatamente imbracato nella cornice con listelli di rinforzo: La tavola va prima opportunamente preparata , procedere in questo modo:
Tagliare la tavola in una misura standard , adatta alle cornice standard , si evita una spesa superflua , altrimenti dovranno costruirla apposta per voi e il costo sale:
Una volta che avete la tavoletta dalla misura desiderata , passate un impregnante per legno , dal colore che desiderate (importante il colore che userete farà da sfondo e lo potrete sfruttarlo lasciando delle parti volutamente non coperte dai colori ricavando un ottimo effetto pittorico)
Quando è asciutto passate un turapori
Lasciate asciugare e date una carteggiata con carta telata per tirare via le imperfezioni
Pulite molto bene la tavoletta e passateci una vernice trasparente tipo damar , aspettare che si asciughi e dare una carteggiata con carta telata fine
Infine pulite bene e prima di dipingere passate ancora una mano di vernice trasparente molto leggera , a questo punto aspettare circa trenta minuti e potete dipingere su un meraviglioso supporto semi-bagnato , in modo che la tavoletta risulta appiccicosa al momento dell'uso.


LE TINTE
Si deve ottenere il maggior numero di colori con il minor numero di tubetti . Per poter dipingere è fondamentale saper creare tutti i colori che ci circondano in natura, attraverso la mescola dei pigmenti in nostro possesso , le tinte vanno preparate rigorosamente sulla tavolozza e poi trasportate sul supporto:

VICINO E LONTANO
Ci occuperemo qui dei problemi presentati dalla riproduzione di un paesaggio con vari piani prospettici. Vedremo come si può creare l'impressione della profondità sfruttando le proprietà della prospettiva aerea e della "temperatura " dei colori. Osservando delle colline a distanza, queste appaiono di un azzurro pallido, velato. Tale effetto è dovuto a un fenomeno ottico che i pittori chiamano prospettiva aerea, e che è prodotto dall'azione dell'atmosfera sulla luce. Le particelle di pulviscolo e d umidità presenti nell'atmosfera tendono ad assorbire le onde luminose lunghe (i colori caldi) e a riflettere quelle corte (i colori freddi) è questo è il motivo per cui gli oggetti distanti appaiono azzurrognoli. Bisogna rappresentare rappresentare questa illusione ottica ricreando l'impressione della distanza mediante l'attenuazione progressiva delle tonalità. Per dipingere le colline e le montagne in lontananza si devono usare miscele molto pallide: in prossimità dell'orizzonte anche il cielo deve essere molto pallido e freddo e il contrasto tonale deve essere minimo.

ATTREZZATURA
Colori, pennelli di varie forme, misure e morbidezza, di setole bianche di maiale o di martora o di peli di tasso; spatole d'acciaio liscio e flessibile; tavolozza, ciotole per l'olio e la trementina, canna appoggia mano e cavalletto costituiscono l'attrezzatura classica per la pittura ad olio.

Manuale pittura ad acquerello

Manuale acquerello

L 'acquerello

L 'acquerello è un tipo di pittura che si ottiene diluendo i colori in polvere con acqua distillata o naturale; spesso si aggiungono all'acqua altre sostanze come la glicerina, la gomma arabica ecc. Si può utilizzare la pittura ad acquerello dipingendo su carta, cartone, pergamena, vetro, avorio e anche su legno o altri supporti, purché le superfici siano opportunamente preparate. Per esempio le tavolette di legno possono essere preparate con una copertura di bianco d'uovo, che rende appunto il legno impermeabile. L'acquerello ha :origini antiche e sicuramente era conosciuto anche nel Rinascimento: prese però molto sviluppo nel Settecento, specialmente in Inghilterra e in Francia. In Italia l'acquerello fu largamente impiegato da molti illustri pittori dall'Ottocento in poi.

I colori

Il colore è una sensazione provocata dalla luce che colpisce la retina dell'occhio. Provate a fare questo esperimento: fate passare un fascio di luce bianca attraverso un prisma di vetro e vedrete che la luce verrà scomposta in un ventaglio di colori che costituiscono lo spettro solare, cioè i colori dell'iride. Ogni superficie assorbe la luce e ne riflette solo una parte. Partendo dai tre colori fondamentali, altrimenti detti primari, si può combinare praticamente qualsiasi tinta. I colori che si ottengono mescolando tra loro due primari vengono definiti secondari, se si mescolano colori secondari e primari si ottengono i colori terziari. I colori dell'iride e tutte le sfumature dello spettro sono colori puri, perché non contengono né il bianco né il nero.Il giallo, il blu e il rosso sono i colori primari (in luce i colori primari sono il rosso, il blu e il verde), così denominati perché non si possono ottenere mescolando altri colori . In teoria, dalla combinazione di questi colori si ottengono tutti gli altri e in tutte le sfumature. Un'operazione del genere, però, è laboriosa, perciò conviene partire con qualche colore in più, usando quelli già preparati Nella tecnica dell'acquerello. Sarà necessaria comunque una gamma piuttosto estesa di colori tra i quali segnaliamo: Giallo limone, blu di Prussia, giallo aurora, blu francese ,giallo ocra, azzurro oltremare, giallo cadmio, azzurro cobalto, terra di Siena, arancio rosso, lacca indaco, rosso vermiglio, bruno Van Dyck, rosso chiaro, terra d'ombra rosso Magenta, nero, blu verde smeraldo, nero avorio, verde malachite, bistro, verde salvia, bianco cinese, verde , grigio Payne, seppia violetto

I pennelli

Le caratteristiche più importanti di un pennello per acquerello sono: una punta perfetta, elasticità e la capacità di trattenere bene il colore.Il miglior pennello per acquerello è quello che usa il pelo di martora, e dopo averne acquistato uno non credo che ritornerò ad altri tipi di pennelli. Esistono anche ottimi pennelli fabbricati con materiali sintetici o di materiali misti.Vi consiglio di usare pennelli grandi, a punta rotonda, che permettono una certa varietà di pennellata. Usato con la punta da un segno preciso, mentre con maggior pressione, usato di piatto, si ottengono stesure più ampie.Solo nel caso si debbano fare stesure molto ampie sono indispensabili pennelli a punta piatta.Risciacquate sempre il pennello quando passate da un colore ad un altro, e se possibile vi consiglio di usare acqua distillata, perché l'acqua troppo dura gioca strani scherzi con la carta e i colori . È molto importante lavare i pennelli alla fine del lavoro, con acqua e sapone. Con le dita cercate di ridare alla punta la forma naturale e riponeteli in un contenitore con la punta rivolta verso l'alto altrimenti si deformerebbero.

La carta

La carta da acquerello è fatta con pasta di stracci di cotone o lino sbiancato senza l'uso di sostanze chimiche o con sostanze rese neutre

La granulosità della carta, quel senso di ruvido che offre al tatto, trattiene il colore che vi si deposita.

La grana è quindi la prima caratteristica della carta alla quale si presterà attenzione. Il diverso grado di granulosità consente effetti differenti. La carta a grana fine consente finiture minuziose e precise; quella a grana grossa permette velature con passaggi di colore più corposi.

La carta troppo ruvida frena la corsa del pennello e crea un effetto maculato dovuto al depositarsi del colore nelle cavità della superficie. Vi consiglio di usare una carta con granulosità media che permette di avere sullo stesso foglio effetti diversi. Su questa carta se si usa il pennello quasi asciutto e passato velocemente, si mette in evidenza la granulosità della carta. Mentre con pennellate di colore più diluito si hanno stesure uniformi.

Le buone carte per acquerello hanno tutte ben visibile la filigrana del fabbricante. Il lato su cui si deve applicare il colore è quello che mostra la filigrana nel giusto verso.

Anche il peso e lo spessore della carta è molto importante. Il peso viene espresso in grammi per metro quadrato (g/m2). Le carte leggere devono essere tese per evitare che si increspino a causa delle stesure di colore. Le carte più pesanti, da 300 g e più, possono essere fissate a una tavola e usate senza altri trattamenti.

Usando l'acquerello è molto importante la preparazione della carta per evitare deformazioni quando il colore si sarà asciugato. Preparatevi un telaio di legno della misura del vostro foglio di carta. Passate un filo di vinavil su tutto il bordo del telaio, senza lasciare spazi vuoti. Immergete il foglio di carta in una vaschetta d'acqua e lasciatelo scolare, tenendolo per un angolo, per qualche secondo. Quindi stendetelo sul telaio, con la parte ruvida rivolta verso di voi facendo attenzione alle grinze e cercando di far aderire bene i bordi sulla colla ricordandovi di controllare che non si stacchi durante l'asciugatura e premendo con le dita qualora accadesse. È bene toccare la carta solo sui bordi mentre si maneggia, altrimenti potrebbe creare spiacevoli inconvenienti alle stesure di colore. Quando la carta asciugherà, sarà perfettamente tesa e rimarrà tale asciugando dopo ogni successiva bagnatura di colore. Anche sul cavalletto sarà agevole lavorare con la carta tesa sul telaio. Quando il dipinto sarà ultimato incidete con un taglierino all'interno della parte incollata.



La tecnica

La trasparenza, la delicata armonia di sottili strati di colore, le zone luminose, più chiare ottenute lasciando trasparire il fondo bianco della carta, sono le caratteristiche della pittura ad acquerello. Gli errori non possono essere corretti dipingendovi sopra, come nel caso della pittura ad olio, per questo, un dipinto ad acquerello richiede un più alto livello di conoscenza tecnica.

Un acquerello non è altro che un disegno colorato: per realizzare un buon acquerello, è necessaria una quantità minima di colore, molto diluito che lascia qua e là scoperto il fondo bianco per illuminare la composizione.

I delicati effetti e la trasparenza, ottenuti con piccole gocciature di colore, creano un'atmosfera che i dipinti ad olio spesso non hanno.

Molto importante è partire da un disegno preciso e non sommario, nel quale vanno definite le zone di ombra con un tratteggio più fitto, e le zone di luce lasciando la carta bianca. Il disegno deve essere minuzioso ed è sbagliato pensare di risolvere certi particolari nella fase di coloritura. La base su cui dipingere deve essere precisa e dare modo al pittore, nella fase di coloritura, di dedicarsi unicamente al colore, agli accostamenti, ai chiari e scuri.

Il tratteggio deve essere fatto incrociando i segni che saranno più fitti nella zona di ombra e più radi fino a scomparire nella zona di luce. I segni devono anche seguire la forma dell'oggetto che stiamo disegnando. Se disegniamo una mela (per cui una forma sferica) i tratti dovranno avere un andamento curvo, come nel caso si disegni un tronco d'albero.

Una volta realizzato il disegno preparate la tavolozza con i colori. Nella tecnica dell'acquerello è pratico usare come tavolozza un piatto bianco o una piastrella bianca, abbastanza grande da permettere di posizionare i vari colori sui bordi e usare la parte centrale per mescolarli. Se usate i colori in godet bagnateli con una goccia di acqua e poi raccogliete il colore con il pennello per portarlo sulla tavolozza. Sia che usiate i colori in godet o in tubetto è utile posizionare i vari colori sul bordo della tavolozza e mescolarli, prendendo con la punta del pennello i vari colori e portarli al centro, diluirli e mescolarli fino ad ottenere la tonalità desiderata.

Partite dalla zona più scura, cioè quella in cui le ombre hanno la massima intensità, e lavorate con il grigio denominato "bistro". Il bistro è il "nero" pittorico, utilizzato al posto del nero che non servirebbe a scurire ma sporcherebbe i colori.

Dovrete partire con leggere macchie di colore molto diluito, seguendo le ombreggiature fatte a matita. Dopo aver dato il colore sciacquate il pennello nell'acqua pulita e lasciatelo impregnato; con la punta sfumate il bistro.

Ci si deve abituare a sciogliere molto il colore altrimenti risulterà troppo denso e coprente, dando al dipinto le caratteristiche della tempera. La pennellata deve essere decisa senza esitazioni. Dopo aver passato il colore, in trasparenza, si devono ancora vedere le tracce del disegno a matita.

Controllate bene i colori del soggetto da dipingere e cercate di riprodurli sulla tavolozza. Date una prima passata con poco colore molto diluito facendo attenzione alle zone in luce che dovranno rimanere escluse. Una volta asciutto il colore già dato, potete sovrapporre il colore più scuro.

Ricordate che i primi piani, per apparire tali, devono avere colori tendenzialmente caldi (il che fa si che risultino più vicini a noi), gli ultimi piani invece, devono avere sempre tinte tendenzialmente fredde.

Se osservate attentamente le foglie di un albero, in un primo momento vi sembrerà di vedere un unica massa verde. Con un po’ di attenzione, poco a poco vi accorgerete che quel verde in alcune zone è chiaro, in altre è scuro, in altre è caldo, in altre è freddo. Se poi è vicino a una casa con il tetto rosso, l'albero riceverà un leggerissimo riflesso rosso. È importante tenere presente che dobbiamo rappresentare non quello che sappiamo (cioè che un albero deve essere verde), ma quello che realmente vediamo e cioè che un albero ha infinite sfumature di verde che nelle zone d'ombra tendono quasi al blu e le foglie esposte alla luce riflettono i riflessi del sole dando luogo a delle puntinature che sono quasi bianche.

Osservando la natura, si constaterà che il colore della luce varia a seconda dell'ora, della stagione, delle condizioni meteorologiche (nuvoloso, nebbia, neve). All'imbrunire i colori cambiano, scompaiono i toni caldi come i gialli e i rossi; tutto tende all'azzurro grigiastro.

Anche la stessa aria si comporta da filtro: secca e trasparente o satura di umidità, fa passare più o meno luce. Così gli oggetti vicini si possono distinguere agevolmente, mentre gli oggetti lontani sono meno plastici e hanno colori che tendono a fondersi e a trasformarsi in toni freddi, come i colori grigi e azzurri.

Per capire meglio quali siano le zone del paesaggio con le tonalità più forti vi consiglio di socchiudere gli occhi e capirete così quali sono le masse da realizzare con colori più marcati.

Ricordate sempre che, asciugando, i colori ad acquerello tendono a schiarirsi.

Vi consiglio di lavorare sulla carta asciutta e bagnare solamente la zona dove si vogliono ottenere effetti particolari (fusione tra due colori, sfumature, ecc.).

Chi dipinge ad acquerello deve lavorare scuro su chiaro e mai chiaro su scuro come invece può fare chi dipinge a olio.

A rigore, il numero di strati sovrapponibili non dovrebbe essere superiore a tre o il risultato finale rischia di avere un aspetto "sporco".

Le Tecniche

Bagnato su bagnato
La superficie inumidità fa espandere notevolmente i tratti eseguiti con il sistema "bagnato su bagnato", che non risulta molto ad effetto sui tipi di carta H.P., come invece awiene sulle superfici di carta NOT e ruvida, dove il tratto di colore e risultato piu omogeneo e delineato.

Tratti su carta asciutta
La carta ruvida, a mano, ha creato effetti molto differenti, dove il colore ha aderito solo sulle zone più elevate della trama della carta. Sulla carta ruvida prodotta industrialmente, invece, il tratto eseguito è caratterizzato da una maggiore consistenza di tonalità rispetto a entrambe le superfici H.P. In generale, le superfici ruvida e NOT sono in grado di distribuire il pigmento in modo più uniforme.

Fluido di protezione
II fluido di protezione ha dimostrato con notevole evidenza il contrasto tra la carta a mano, trattata con colla turapori posta all'interno, e la carta prodotta in stampi e su cui si stende uno strato di colla turapori solamente in superficie. Questo prodotto è riuscito a evidenziare la superficie di entrambi i tipi di carta a mano, rendendo molto difficoltosa la stesura di un ulteriore strato di colore. Se volete utilizzare una notevole quantità di fluido di protezione, scegliete un tipo di carta su cui lo strato di bozzima e stato applicato solo in superficie, oppure stendete su carta a mano un ulteriore strato protettivo

Tamponare con una spugna
Si possono ottenere alcuni effetti particolari utilizzando la tecnica di "tamponare con una spugna" oppure di "strofinare" - assorbire cioè il colore con una spugna, con tessuto assorbente oppure con veline. Questa tecnica è molto apprezzata e rappresenta un metodo efficace per creare le immagini di nuvole.

Effetti di tessitura con carta vetrata
In un certo senso l'utilizzazione della carta vetrata può sembrare una scelta allarmante, ma in realtà rappresenta una delle tecniche più comuni per ottenere effetti di tessitura particolari. Il tipo di risultato dipende in gran parte dal grado di ruvidezza della stessa carta vetrata e anche dalla natura della superficie di carta. La carta vetrata dalla grana fine può essere utilizzata su carta dalla trama non evidente per creare figure delicate, simili a nuvole, da una sfumatura di base asciutta. Sulla carta per acquerello ruvida, il pigmento che viene raschiato rivela la carta bianca sottostante solamente sulle parti in rilievo della superficie ruvida. Così, a meno che la superficie ruvida non venga completamente rimossa, la grana della carta costituisce la caratteristica più evidente

Sfumature di tonalità uniformi su carta bagnata o inumidita
Se la carta viene inumidita prima di applicare la sfumatura, il colore tende a espandersi naturalmente. Bagnate la
carta utilizzando un pennello per acquerello o una spugna. La carta può schiacciarsi leggermente mentre applicate 1'acqua, facendo scorrere il colore in solchi ben precisi, il che crea una tonalità non omogenea se viene lasciata asciugare su una superficie orizzontale. Questa conseguenza può essere evitata se il colore viene applicato nel modo illustrato di seguito

Eliminazione di colore con l'acqua
Alcune manipolazioni con gli acquerelli richiedono la stesura di un ulteriore strato di acqua sul pigmento secco che e gia stato applicato sulla carta. Questa tecnica produce effetti e risultati differenti a seconda della carta e del pigmento utilizzati e della temperatura dell'acqua. La maggior parte dei tipi di carta risponde in modo molto vario quando viene trattata con un ulteriore strato di acqua, per eliminare il pigmento, come avviene del resto anche per i vari colori. I singoli pigmenti aderiscono alla superficie della carta con maggiore o minore intensità

Mescolanza tra i colori
Negli acquerelli, i colori possono essere mescolati otticamente sovrapponendoli in sfumature leggere e trasparenti. Per sfruttare appieno questa caratteristica gli artisti dovrebbero conoscere perfettamente il grado di trasparenza dei vari pigmenti e la loro solubilità. I pigmenti sia opachi sia trasparenti sono parimenti trasparenti se stesi in sfumature molto pallide, ma la differenza tra di loro diviene più evidente in mescolanze più scure. Similmente, la solubilità può rappresentare un notevole problema se si sovrappongono più strati di colore, e questo aspetto è generalmente posto in relazione con la densità del colore.

Rivestimento isolante a base di cera
La caratteristica della cera di respingere 1'acqua è alla base della tecnica che utilizza la cera per creare un rivestimento isolante, in grado cioè di impedire l'azione di agenti chimici. Quando si tracciano dei tratti utilizzando cera chiara, che
vengono poi dipinti con i1 colore, la sfumatura aderisce alla carta solamente dove non c'è lo strato di cera. Possono essere utilizzati sia i pastelli a cera colorati, sia le candele di cera bianca. Le candele sono solitamente prodotte con cere inerti a base di idrocarburi, che sono permanenti fino a quando non vengono esposte a un calore eccessivo. Nei dipinti di rappresentazione, il prodotto a base di cera che impedisce l'azione di agenti chimici capovolge i procedimenti abituali, obbligandovi a iniziare con le zone di massima luce per poi passare alle ombre.

Lo studio dell'artista è visitabile previo appuntamento tutti i giorni

Tana dell'Arte, studio pittore Giuseppe Faraone
Giuseppe Faraone, il poeta dei colori
Il pittore Giuseppe Faraone

Il pittore Giuseppe Faraone

I colori da soli non dicono nulla, è l'artista che li anima mescolandoli insieme al suo stato d'animo, cosi nasce la pittura che non deve essere necessariamente né gioiosa né esteticamente bella, ma solo la cronaca delle proprie emozioni. Questa è la mia la mia Arte

(Giuseppe Faraone)

Omaggi a  Giuseppe Faraone

A Giuseppe Faraone di Adelia Rossi

 

Cantastorie sognatore.

Racconta la vita con maestria.

Or con pennellate

intrise di buon umore,

altre pervase

da una languida malinconia

che sgorga dall'intimo del cuore.

Basta una nota intrisa di pianto,

la carezza del vento

in un campo di grano,

o un gatto che osserva poco lontano.

Coglie l’essenza di ogni cosa

anche laddove qualcuno non osa….

pure fosse l’estremo pensiero

che vagabonda per via

lui coglie l'estro di fare poesia.

 

Adelia Rossi (poetessa)

Giuseppe Faraone, Parigi

Il mio primo atelier aveva il soffitto azzurro

All'amico Giuseppe Faraone

Sei Giuseppe tu

o d'altro nome ti fregi?

Forse sangue di limo

scorre tra i pensieri e

nelle dita sporche di colore.

Faraone ti chiami

eppur senza schiavi nè ancelle

lontani i cieli cobalto

palazzi , bistro e corona:

dinastie sedotte dal tempo.

Ma sei qui, come allora

e scordata la gravità del Rango

dipingi con l'oro degli avi.

Da canopi ormai arsi

forgi con l'occhio

arcobaleni evanescenti

che dalle mani fai

divenir confini di luce.

Emanuela Carniti Merini

 (Poetessa figlia di Alda Merini)

Flavio Nimpo

La pittura di Giuseppe Faraone è sommesso canto d’anima, che evoca, sussurra, rimembra lungo una scia di stati interiori, impressioni, emozioni, che si fissano sulla tela con sensibilità artistica intimamente legata a talento e suggestive scelte cromatiche. Le pennellate sono specchio di uno sfogo lirico tradotto in racconto icastico e tutto rivela la potenza espressiva del colore fra sfumature, digradazioni, variazioni, capaci di intensa vis rappresentativa. Per l’artista dipingere equivale a splendido volo: la tela si traduce in etereo librarsi verso orizzonti infiniti…

Flavio Nimpo (poeta)

Innamorati a Milano 

 

IL CANTO DELL'ANIMA 

Le pennellate di un pittore

sono guidate dal cuore

tramite la sua mano, 

che sinuosa danza e si muove

lasciando sulla tela colore, passione.

Ci puoi leggere la sua sensibilità

mescolata a tanta creatività,

ma anche tante emozioni,

ammirando ciò che poi ne vien fuori!

La tela dipinta, se ti immedesimi,

è come una canzone

o una bella poesia,

che ti prende dentro,

ti coinvolge e te ne innamori,

quando in diversi tratti di colori

la tua anima intravedi!

E' come una finestra aperta

su mari,monti e cieli blu

o praterie di fiori 

di cui quasi percepisci gli odori

e anche il vento, se pur invisibile,

emana dolci suoni e sensazioni.

I tuoi occhi si perdono sognanti

in quel volo di fantasia

immortalato con maestria!

-Rosa Di Pino maggio 2019-

Dedicata al pittore Giuseppe Faraone dalla cui mano è nato il dipinto che mi ha rapito il cuore

 

I Bambini e l'Arte

Lettere scritte a Giuseppe Faraone dagli alunni delle scuole francesi  ENTRA

 

 

 

 

 

ALUNNI CHE HANNO RIPRODOTTO I MIEI DIPINTI  ENTRA

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