(Ursula Petrone)
Gallerista
SCRIVE
Ursula Petrone nell'occasione della mostra permanente di Giuseppe Faraone alla Petrofil Gallery (già Rizzoli Arte) nell' ottobre 1991 scrive: Un itinerario di coraggiosi rifiuti -Ecco in sintesi, la vita artistica di Giuseppe Faraone, che ha rinunciato all'esercizio di vari ismi, che non si è fatto allettare dai richiami della nuova figurazione, che non si è mai adagiato sulle posizioni di comodo di una pittura facilmente leggibile ma non impegnata, che insomma, non si è fatto mai coinvolgere nel facile gioco delle proposte estetiche del nostro tempo. Giuseppe Faraone è un artista consapevole che non lascia niente al caso ed alla improvvisazione, che non lascia spiragli di ambiguità all'interpretazione dei suoi lavori. Perché la sua è l'espressione sincera e soprattutto sentita del veduto: perché i suoi paesaggi in specie che richiamano alla mente le opere dei maestri labronici della nobile tradizione macchiaiola -dai toni pacati sommessi, dalla pennellata succosa, dalla cromia ricca ma sempre equilibrata e dall'impegnativo disegno, sono permeati di un aristocratico preziosismo estetico che evidenzia il carattere dell' artista e conferma la validità di un particolare efficace tipo di testimonianza pittorica. È pittura minuziosamente oggettivata e orgogliosamente disimpegnata, il cui impianto impressionistico rivela sensibilità non comune ed esprime una particolare comunicativa. Niente di celebrale, tutto limpido e cristallino nella pittura di Giuseppe Faraone, per dire delle validità della quale non è nemmeno . necessaria la solita premessa, non è necessario il solito discorso spieganti motivi della sua formazione artistica, più che un erede dei macchiaioli toscani -come lo hanno definito con una certa efficacia più di un critico, ed un' artista -è il continuatore in chiave moderna, su moduli attuali, di un modo di dipingere "en plein air" (per quei colori per quegli impasti, soprattutto per quei temi che lui propone) di un modo caro ai vecchi macchiaioli. -È il prosecutore , su binari coerentemente moderni, di una scuola che fa sentire, e, che continuerà a far sentire nel tempo, la sua poetica e tutto il suo fascino. Sempre Ursula Petrone nell ' occasione della mostra di Giuseppe Faraone a Venezia nell ' autunno del 1993 scrive: Nella splendida cornice di questa meravigliosa città lagunare, Giuseppe Faraone, trova la giusta collocazione per le sue semplici, delicate, incomparabili opere artistiche. Reduce dai numerosi successi ottenuti nelle precedenti mostre (successo di critica, pubblico e stampa) in varie ed importanti città d'ltalia, l'ultima la Personale tenuta alla Petrofil Gallery, dove con la vendita di ben ventisette opere, i piccoli ospiti del Filo d' Oro hanno aggiunto una maglia al filo stesso per continuare a beneficiare della bontà e solidarietà del popolo Italiano. Di solito all'apertura di una mostra, c'è sempre un critico d'arte che presenta i lavori sell ' artista, ma in questa occasione, io non mi sento nè di criticare nè di presentarlo; i dipinti sono qui alle pareti, essi parlano da soli, si presentano da soli: sono borghi, piazze, paesaggi, dove Giuseppe Faraone ha sostato, dove l'estro l'ha fermato. Posso io comune mortale decantare la bellezza della natura ? Ha forse il Creatore un critico d'arte? Il maestro dei maestri, colui che inventò il Mondo e che creò l'uomo non ha bisogno di presentazione. Egli ci donò una natura incontaminata, pura, indicò a pochi eletti di fermarla sulla tela, di dare non solo un ricordo ma una speranza che: il verde dei boschi, le albe gloriose, i tramonti silenziosi, possano torna- re e sconfiggere coloro che per sopruso, per vandalismo o per interesse pecuniarie hanno quasi distrutto. A questo punto non si può separare l' immagine del pittore dal bravo gallerista Giorgio De Dauli, uomo di una vitalità esuberante, dal rapporto caldo, dalla cordialità unita al sorriso. La sua attività si espande a macchia d'olio: Venezia -il nucleo - Spoleto: due bellissime Gallerie che mi riprometto di visitare, infine Milano .Ma l'una non è secondaria all'altra: Gallerista e sostenitore di giovani pittori, spesso con successo ha riproposto pittori dimenticati, il richiamo di questi dopo il silenzio, è un richiamo di merito da riconoscer a Giorgio, spesso per citarlo l'ho definito entrepeneur d'arte. Il contributo a far circolare in Italia opere d' arte meritevoli di un più largo contatto con il pubblico egli lo dà: instancabile, dal Nord al Sud, in frequenti contatti con Gallerie.